Baja California Travel e’ orgogliosa di presentare questa nuova collaborazione con Andrea Izzotti, prima di tutto un amico e poi un fotografo di fama internazionale, con cui si avviera’ l’importante progetto dei Viaggi Fotografici .
Mi chiamo Andrea Izzotti e sono un libero professionista nato nel 1968 a Genova, città dove vivo. Sin da ragazzo mi sono appassionato al mondo della fotografia e negli ultimi dieci anni ho associato questa passione con quelle dei viaggi e della natura.
Ho visitato alcuni fra i luoghi più remoti del pianeta, sempre alla ricerca di “frammenti di realtà” da poter catturare. Per me viaggiare e fotografare significa catturare la propria emozione per restituirla a chi guarderà le mie immagini.
Viaggiare, ricordare ed emozionare elaborando le pillole di saggezza variegata che avremo raccolto nei nostri incontri che ci sveleranno altre mete lontane.
Sopra questi concetti il viaggio si svolge da solo, a volte ben lontano dalla traccia che avevo immaginato e così la mia fotografia è spesso frutto di improvvisa intuizione: poca preparazione ed istantanea realizzazione.
“La natura è il miglior artista ed il più umile, sta a noi tentare di raccogliere le infinite diversità delle sue proposte.”
Emozione e·mo·zió·ne/
Stato psichico affettivo e momentaneo che consiste nella reazione opposta dall’organismo a percezioni o rappresentazioni che ne turbano l’equilibrio; improvviso e forte turbamento provocato da commozione o da apprensione.
“gli ci volle non poco per rimettersi dall’emozione”
Avventura rischiosa ed eccitante. “Andare a caccia di emozioni”
Sono arrivato in Baja California Sur, a La Paz, nell’ottobre 2013, per immergermi insieme ai leoni marini. Il tempo si rivelò nemico ed il mare agitato non mi consentì di comprenderne la grande magia. Restai praticamente una settimana in hotel, anche perché mi avevano detto “in Baja California oltre alle foche non c’è nulla”. Sono quindi tornato in Italia deluso, al pari dei miei compagni di viaggio che escludevano di consigliare ai propri amici la meta. Ma qualcosa dentro di me spingeva in direzione contraria e così l’anno successivo sono tornato. Questa volta iniziai a scoprire veramente le meraviglie del mare di Cortez. Immersioni bellissime con cuccioli di foca giocherelloni e prima esplorazione della città di La Paz. Nel Febbraio 2015 ho organizzato un progetto con modelle, reso difficoltoso dalla bassa temperatura dell’acqua e ad ottobre 2015 ho nuovamente volato l’Alantico dall’Italia per arrivare sino al pacifico ed ho provato a migliorare i miei scatti subacquei.
Iniziando a conoscere persone ed alcuni italiani che hanno fatto della città di La Paz e della Baja California la loro vita mi è stato presentato Adriano Ceccarelli. E’ scattato subito un “qualcosa” ed Adriano a cui ho detto “si ma tanto fuori da La Paz non c’è nulla”, mi ha portato il giorno successivo a vedere il deserto e la zona che in meno di un’ ora di macchina si può raggiungere a nord della città. In un posto incontaminato.
Incredibile.
Io che ho viaggiato tanto, nei luoghi ritenuti tra i più remoti del pianeta e più viaggio più sono alla ricerca di posti unici, di luoghi dove l’uomo non abbia ancora sparso i suoi temibili tentacoli di progresso e distruzione.
Ho visto i fondali del Borneo Malese con coralli distrutti dalla dinamite dei pescatori, ho visto bruciare la spazzatura e la plastica alle Isole Gili in Indonesia, ho visto sparire le uova di tartaruga marina a Lombok, predate dai pescatori che le vendono a 1 centesimo al mercato; ho visto tanti luoghi che dovrebbero essere paradisiaci ridotti in uno stato da far stringere il cuore. Ho avuto tante delusioni in posti che reputavo unici e unici non erano più.
Quando sono arrivato qui, a meno di un’ora di macchina dalla città ho avuto un tuffo al cuore. Ho capito subito che ero fregato.
Gli enormi cactus, immobili da centinaia di anni, di notte sembravano protendersi sulla macchina quasi a proteggere un luogo sacro.
La magia di questi luoghi mi aveva catturato in un istante.
Parlando con tanta gente che inizio a conoscere mi trovo “nel mio” libero di parlare senza schemi di pensare e dire quello che voglio, di comprendere ed apprezzare le grandi contraddizioni di questa gente messicana.
Mi raccontano che ci sono le balene a marzo e che si fanno accarezzare. Ovviamente ci credo poco ma chissà perché a marzo 2016 organizzo una piccola avventura solitaria.
E’ convinzione di noi umani quella di essere al vertice della catena dell’intelligenza e quasta convinzione inganna, ci fa essere talmente presuntuosi da trattare con superiorità ogni altro essere vivente, umani compresi.
Ma se alcune volte si sfocia nell’assurdo e nel ridicolo spesso non è male ricordarsi chi siamo e da dove veniamo. E noi veniamo dal mare, come tutti gli altri esseri del mondo.
A questo mare ci riavviciniamo inconsapevolmente e dovremmo essergli grati perché fonte di vita, ma anche perché è capace di tranquillizzarci con il rumore della sua risacca.
Addormentarsi in riva al mare al suono magico delle onde sulla spiaggia è una esperienza che chiunque dovrebbe provare. Staccherebbe il cervello da tanti problemi e, per una notte, arriverebbe un placido tranquillo sogno. Mi addormento con questi pensieri.
Il mattino dopo si va ad accarezzare le balene. Ero anche dubbioso se andare o meno: figuriamoci se posso vedere le balene meglio di come le ho viste a Tonga in Polinesia, o in Alaska.
Varrà la pena fare 3 ore e mezzo di macchina da La Paz per arrivare sulla costa Pacifica, dove mi hanno assicurato una grande presenza di balene grigie?
Arrivo in tarda mattinata. Pronti via usciamo dal porticciolo nelle calme acque della baia, dopo trenta secondi spunta un muso.
Non posso crederci. E’ il piccolo che viene a curiosare, dietro arriva la madre a controllare.
Il piccolo si dirige verso altre due barche, gli occupanti impazziscono di gioia.
Mi commuovo per i loro sorrisi. Una ragazza si infila la maschera e guarda giù. Gli altri la tengono per le gambe.
Sfida inutile la visibilità sott’acqua e di pochi centimetri siamo sopra un sabbione dove le balene grigie ogni anno, da metà dicembre a metà aprile, vengono ad allattare i cuccioli nei primi mesi di vita.
Sono in barca con due attempati signori, una coppia americana.
Quando arriva la balena a curiosare anche da noi loro sono increduli come me…ed è obbligatorio protendere la mano, cercare un contatto con quel muso grigio.
Mollo la macchina fotografica e tocco.
Sensazione unica, idiliaca. Non è duro come pensavo, tutt’altro. Una gommapiuma un po’ meno morbida tutto qui. Forse più vicino alla schiuma di lattice come sensazione. Con la grande differenza che questa schiuma di lattice è viva e si muove.
E si lascia toccare.
Sembra quasi che cerchi il contatto.
Passo cinque ore in questo luogo magnifico, poi esausto di emozione è tempo di rientrare.
In un paio di mesi le nostre amiche balene lasceranno le calde acque della baia messicana per tornare su in Alaska.
I “piccoli” saranno già un poco svezzati e con un po’ di fortuna torneranno qui l’anno prossimo e forse quello successivo e poi magari anni dopo accompagneranno i propri piccoli, nel circolo meraviglioso della vita.
Ed ecco che mi si svela il grande segreto della Baja California.
La Baja California è semplice, come i suoi abitanti.
Libertà, magia, emozione.
E tu puoi scegliere di stare insieme a questi doni.
Così anno dopo anno ho intensificato le visite e accompagnato da Adriano o in solitaria mi sono spinto in tanti punti diversi, ho dormito in tenda nel deserto, ho mangiato la miglior carbonara cotta sul fuoco della mia vita, ho bevuto una birra ammirando l’onda lunga del pacifico, ho ascoltato l’enorme respiro della balena azzurra a Loreto, ho dormito in tenda per poi imbarcarmi a vedere le balene grigie in un luogo talmente bello e lontano da volerci già tornare cinque minuti dopo la partenza, ho assistito ai grandi balzi delle megattere a Cabo San Lucas e ogni volta scopro che c’è ancora tanto da scoprire, senza fretta perché la Baja mi aspetta ogni volta a braccia aperte: lei è un po’ mia e io sono un po’ suo.
Nella fotografia di viaggio, ancor di più che in quella naturalistica di animali bisogna lasciarsi andare, lasciar correre i pensieri e respirare profondamente l’ambiente e le persone che lo circondano.
Viaggiare per fotografare o fotografare il viaggio?
Ho accettato con grande piacere l’invito a collaborare con Baja California Travel e sono sicuro che le mie piccole e grandi esperienze fotografiche che ho ricevuto da questi luoghi sia fuori dall’acqua che nel blu del mare, mi permetteranno di coinvolgere i viaggiatori a vivere le emozioni di questa terra che ti fa innamorare e prima di fotografare ti fa un poco svanire la coscienza personale e sentirti oscuramente particella infinitesimale dell’immensa anima di tutta la natura, partecipe dell’infinito per un attimo.
Andrea Izzotti sarà in Baja California nel marzo del 2023 per guidare il Viaggio Fotografico ” Le Balene della Baja California”
Premi:
- Winner of National Geographic Italia 2011
- Winner of Asferico Photocontest 2019
- Winner of See the Sea International UW Photocontest 2016 category waves / 3th place cat. compact
- 6 Place OasisPhotocontest 2012
- 2nd Place Monovision Awards 2017
- Silver GPU Medal at Singapore International Photography Awards 2017
- Honorable Mention National Wildlife Federation 2013
- Honorable Mention Chromatic Awards 2017 – Honorable Mention Monochrome Awards 2017
- Finalist: SIPA international award 2015/ 2016/2017/2018 – Wildlife Photographer of The Year 2014/2015/2018 – Travel Photographer of The Year 2012/ 2013/2016/2017/2018 – Asferico 2010/2015, GeoMagazine 2011, Oasis 2011/2013/2014/2015/2018
Esposizioni
- 2017 – Tales of the bottomless blue – La Paz, Baja California Sur, Mexico
- 2018 – Photo Exhibit Mountains and Oceans – BUC Trento, Italy
- Publications: National Geographic Italia, National Geographic Viajes, National Geographic Kids, Focus, Focus Wild, nationalgeographic.it, books, megazines, web
- Judge : Antaragni Photography Contest 2018 / Jury member: Chiiz magazine photo contest 2017