Avventura… quello che mi ha condotto in Bassa California

Baja California desert endless road landscape view panorama

Avventura è la prima parola cui pensiamo dopo un viaggio nello straordinario e intoccato territorio della Bassa California, perché ogni esplorazione della Real Baja, dalle sue coste sconfinate al deserto centrale, fino al suo cuore roccioso, La Sierra, costituisce un’esperienza fuori dall’ordinario che suscita emozioni e meraviglia.

L’avventura e il viaggio

Per me, la parola avventura è sempre stata legata al viaggio, inteso come momento straordinario, fuori da ogni consuetudine, e all’esplorazione non priva di rischi.
Più volte, durante i miei viaggi fuori dall’Europa, prima in motocicletta poi col mio fidato fuoristrada Toyota, mi chiedevo in cosa consistesse la vera avventura e quali fossero le emozioni ad essa collegate.
I libri, gli articoli letti sulle riviste e sul web e le tante ricerche fatte sui primi pionieri dell’Africa Sahariana, mi relegavano alla posizione di turista avventuroso che un po’ mi scontentava, perché la voglia di avventura mi ha accompagnato sempre sin dalla lettura del mio amatissimo Manuale delle Giovani Marmotte. E forse è nata nell’infanzia, proprio su quel manuale.

manuale giovani marmotte


Il viaggio per me ha sempre significato non solo un momento di evasione dalla quotidianità, ma anche un’esperienza intensa, di ricerca esteriore ed interiore.
I miei primi viaggi sono stati quelli in treno verso le città europee, poi in motocicletta fino alla sabbia del Sahara Tunisino e ancora sulla sella delle mie varie moto in ogni luogo raggiungibile su due ruote, fino a che la scoperta del fuoristrada mi ha facilitato l’esplorazione, reso l’avventura più realizzabile e mi ha condotto fin qui, in Bassa California.

Come organizzare un viaggio
La pianificazione, la scoperta e la ri-scoperta:

Il viaggio inizia con l’idea di farlo, studiando e pianificando i vari aspetti. Essendo un buon conoscitore del WEB, di Google Earth, di GPS ed altri strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione, mi chiedevo se studiare il viaggio minuziosamente, come facevo, non togliesse qualcosa di magico e inaspettato, la sorpresa delle scoperte senza anticipo.
Certo, sapevo che viaggiando in solitaria e facendo percorsi diversi da quelli ordinari, non mi potevo permettere troppi errori e che la pianificazione minuziosa serviva a scegliere i posti e le strade migliori, limitando i rischi. Ma il dubbio rimaneva.

Una volta arrivato in Bassa California, ho acquistato il bellissimo ebook (qui la carta stampata purtroppo non arriva, tantomeno quella in italiano) di Anna Maspero A come Avventura e mi sono trovato assolutamente d’accordo col suo punto di vista:

«Oggi l’avventura ha perso molta della sua capacità evocativa, perché in un mondo interamente percorso, misurato, descritto e fotografato, la scoperta è diventata necessariamente una ri-scoperta e il conoscere un ri-conoscere».

Com’è vero! Oggi viaggiare comporta uno studio profondo del territorio e di tutte le possibilità di sfruttare al meglio quei giorni di pausa dal lavoro e dalla vita quotidiana che aspettiamo a lungo, durante tutto l’anno. Il WEB mette a disposizione molte informazioni, ma l’impatto con la realtà, ha decisamente qualcosa che sfugge alle descrizioni e alle foto, come i profumi, certe sfumature di colore e soprattutto le emozioni.

In Europa ho viaggiato molto ed ho usufruito di un Tour Operator solo quando non ho potuto farne a meno (come nel Deserto del Sahara). Con tutto lo studio che lo precedeva, il viaggio iniziava mesi prima della partenza, con la pianificazione dei suoi orizzonti.
Sia in Turchia che nei Balcani, più volte mi sono sorpreso a ri-scoprire le tracce che avevo studiato, i Waypoint che avevo scelto sulle mappe ed ero soddisfatto del tempo che avevo dedicato loro, ne riconoscevo i tratti, e ripensavo alle sere piovose passate a trovarli mesi prima, quasi aggiungendo la dimensione di un viaggio circolare nel tempo. Bellissimo.

L’arrivo in Bassa California. L’esplorazione e l’avventura come lavoro

Oggi, in Bassa California tutto questo apprendere è diventato il mio lavoro.
La Bassa California è un territorio esplorato solo parzialmente e solo in minima parte fruibile dal turismo non organizzato e scoprire sentieri percorribili col fuoristrada mi tiene parecchio occupato sul mio PC.
Lungo tutta la penisola, solo una piccola quantità di strade è asfaltata, la ricezione cellulare è minima e presente solo nei pochi nuclei abitati. Considerando che la penisola è lunga circa come quella italiana e a Sud di Tijuana ci sono solo 600.000 abitanti (come il mio vecchio quartiere a Roma!) i calcoli sono presto fatti.
Ogni viaggio, ma anche un giro di pochi giorni, qui ha davvero il gusto dell’avventura.
Per viaggiare in Bassa California bisogna fare continuamente i conti con la trasformazione che il territorio subisce in funzione degli agenti atmosferici che qui sono piuttosto violenti (piogge torrenziali, uragani e mareggiate), ed è per questo motivo che i luoghi più belli sono spesso riservati a quei pochi avventurieri, come me, che non temono le strade polverose del deserto.

Bassa California pericoli

Alcuni poi vivono il Messico anche con un po’ di paura. Molti americani che hanno espatriato e vivono qui in pensione, non si avventurano mai fuori dai percorsi ordinari e vivono in piccoli agglomerati abitati da altri americani, cercando di ricostruire, per quanto possibile, la loro vita negli Stati Uniti.
Ma la Bassa California non è pericolosa e tali preoccupazioni sono ingiustificate.
Il pericolo sulle sue strade è rappresentato solo dagli animali, come le vacche o gli asini, che invadono la Carretera Central e che possono essere causa di incidenti se la velocità di guida non è prudente.
Oltre a questo rischio, non c’è molto di cui avere paura.

Viaggio sull’asfalto o sulle strade sterrate

Anche da sola, la Carretera MX1, la strada federale che percorre tutta la penisola, offre svariate emozioni a chi decide di percorrerla. La sterminata lingua di asfalto, i panorami, i cactus millenari ed i colori del deserto che cambiano continuamente a seconda delle ore del giorno, potrebbero giustificare un viaggio percorso solo sull’asfalto.
Considerando però i costi per arrivare fin qui, il viaggio solo su strada asfaltata, per quanto suggestivo possa essere, non permette la visita alla vera Bassa California e alle sue tante bellezze, quelle che mi hanno fatto innamorare sin dal 2005, data del mio primo viaggio quaggiù.

La Real Baja

La vera Bassa California è uno scrigno di spiagge bianche deserte e mare cristallino, bellissime baie piene di vita marina, un deserto dalle mille sfumature pastello dove vive una flora ed una fauna rare e caratteristiche, adattate al suo clima estremo, fatto di vento e calore.
La Real Baja è meno semplice da vivere, servono esperienza, equipaggiamento ed un supporto che difficilmente il viaggiatore può trovare o portare quaggiù, anche quando pianifica un viaggio lungo. Questa parte di territorio poco esplorata e disabitata può diventare pericolosa, in caso di problemi all’auto e senza connettività. Più volte si legge sui social di persone che per un banale guasto all’auto sono costrette a fermarsi e non entrano in contatto con nessuno per giorni.
La Bassa California mantiene la sua natura selvaggia nonostante si trovi a pochi chilometri dal paese più industrializzato del mondo.
Io spero che la mantenga a lungo, nel tempo a venire.
Non a caso, viene ancora chiamata l’ultima frontiera e io la adoro per questo.

Adriano

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