La Bassa California è una penisola messicana, lunga e stretta (1.250 km di lunghezza per un massimo di 200 di larghezza) che si trova a Sud della California americana. É una delle aree più intoccate del pianeta (secondo una stima dell’anno 2015, il secondo paese più spopolato al mondo) con scarsa densità abitativa, quasi completamente concentrata nelle poche città, ampi spazi deserti e una natura fortunatamente ancora intatta. Separatasi dal resto del Messico due milioni di anni fa, ha montagne di origine vulcanica che corrono parallelamente alla costa e che al Nord raggiungono i 3000 metri di altezza, lunghe pianure in prossimità delle coste (le più estese si trovano sul lato del Pacifico), e una grande zona desertica centrale, che a sua volta comprende due importanti aree protette, la Valle de los Cirios e il Deserto del Vizcaino, ecosistemi unici al mondo che ospitano piante ed animali endemici.
É suddivisa in due regioni, Bassa California del Nord e del Sud, a seguito della guerra messicano -statunitense che a metà del XIX secolo costò al Messico la perdita del Texas, del New Mexico e dell’Alta California. Solo grazie alla determinazione e al sacrificio del popolo messicano fu impossibile agli Stati Uniti occupare anche la penisola. Alla conclusione della guerra, la Bassa California fu suddivisa in due territori, ognuno con un proprio governo e una sua capitale, quella del Nord è Mexicali (anche se Tijuana è la città più conosciuta) e quella del Sud è La Paz.
La Natura della Bassa California
Dal punto di vista naturalistico, la Bassa California del Sud è caratterizzata dalla presenza di grandi massicci. Sierra de La Giganta, non lontano dalla storica cittadina coloniale di Loreto, è uno dei territori meno esplorati della Bassa California, ma che varrebbe la pena visitare. Caratterizzata dalla presenza di piante ed animali endemici come il Borrego (il Bighorn del Deserto, purtroppo in pericolo di estinzione), vanta anche una notevole zona archeologica, Patrimonio Unesco, ricca di straordinarie pitture rupestri perfettamente conservate, visitabili a piedi o a dorso di mulo, partendo da un piccolo villaggio di montagna fuori dal tempo, lungo incantevoli canyons. Un altro importante massiccio sorge più a Sud e raggiunge i 2.080 metri di altezza. Sierra della Laguna, Riserva della Biosfera e Patrimonio Unesco, è un ecosistema complesso e unico al mondo per l’estrema varietà climatica, che passa velocemente da temperature aride e paesaggi desertici ad oasi con palme e specchi d’acqua, sino a zone fresche e umide caratterizzate da foreste di latifoglie, querce e pini sempreverdi. Nella Sierra, inoltre, sono presenti piccole oasi termali di acqua calda in mezzo alla natura intatta.
Il deserto della Bassa California
Il deserto del Vizcaino, che abbraccia tutta la parte centrale della penisola, dal Mar di Cortez al Pacifico, costituisce una delle più importanti aree protette della Bassa California del Sud ed è una delle biosfere più vaste al mondo. Attraversandolo, lungo la strada che parte da S. Rosalia verso il suo interno, si possono scorgere le sagome di tre antichi vulcani ormai spenti, conosciuti come Les tres Virgenes, (El Viejo, El Azufre e El Virgen) la cui ultima eruzione, riportata nelle memorie di un padre gesuita, risalirebbe al 1746. Quest’area è l’habitat naturale di cinquecento specie di piante, quattro anfibi, quarantatré rettili, duecento specie di uccelli e più di cinquanta mammiferi che si trovano solo ed esclusivamente in questa zona. L’endemismo è dovuto non solo all’isolamento ma anche alle particolari condizioni climatiche. In queste zone aride la fauna si restringe a piccoli mammiferi, come la lepre, il ratto canguro ed il coyote, ai rettili, come il temuto serpente a sonagli, ai molti uccelli e agli insetti. Ma basta spostarsi in altezza e verso Nord, dove è presente una maggiore vegetazione e la temperatura è più fresca, per incontrare il puma, la lince rossa ed altri felini selvatici, il cervo mulo, il bighorn, l’antilocapra e molti altri animali.
Tra le piante endemiche, Il Vizcaino è caratterizzato dalla presenza di una pianta dalle forme curiose, la Fouquieria columnaris, detta comunemente Cirios, che arriva ad un’altezza di 20 metri. Molte delle numerose piante desertiche della Bassa California del Sud, sono motivo di interesse da parte di botanici e appassionati. Alcuni di questi cactus, per la loro rarità e particolarità, hanno un certo valore commerciale, per questo godono di protezione e leggi a tutela. I cactus più comuni sono i cardones (Pachycereus pringlei Britton & Rose) dalla particolare forma a candelabro, che possono arrivare ad un’altezza di 15 metri. Sono cactus millenari, considerando che crescono solo di un centimetro all’anno e solo dopo aver compiuto un secolo di età possono fiorire. Vedere il deserto in fiore è uno spettacolo emozionante, ancor di più se si considera quanto tempo e quanta lotta queste piante hanno dovuto sostenere prima di raggiungere la maturità e fornire ai piccoli colibrì, che qui vivono numerosi, il nettare di cui si nutrono.
Il mare della Bassa California
Ma la bassa California del Sud ha anche un aspetto tropicale più lussureggiante. La differenza di temperatura che caratterizza le coste del Pacifico, più fresche rispetto a quelle del Mar di Cortez, rende queste coste molto verdi, ricche di palmeti ombrosi. Nelle pianure lungo entrambe le coste, la temperatura media annuale è decisamente piacevole, circa 22 gradi, ed il clima è secco, ad eccezione dell’estate che è molto calda e, a settembre, anche umida per via delle forti piogge che investono la penisola.
Se le bellezze desertiche terrestri non incontrano l’entusiasmo di tutti (bisogna essere attenti osservatori per coglierne la meraviglia segreta), lo stesso non si può dire del mare, che esplode di vita e rappresenta l’ovvia ragione dell’imponente flusso turistico che ogni anno si riversa su questi lidi.
Spiagge intoccate, bianche o dorate, acque limpidissime, conchiglie, ogni genere di coloratissimi pesci tropicali, mante, tartarughe marine e delfini, deliziano i bagnanti. La penisola è ricca anche di isole e isolette deserte, tre grandi sul lato del Pacifico e molte più piccole nel Golfo della California, alcune delle quali parte di incantevoli parchi marini che è possibile visitare in barca e dove ci si può immergere o fare snorkeling per ammirare l’abbondanza e la varietà della vita marina. Numerose sono anche le lagune, gli estuari e le mangrovie, che costituiscono un altro affascinante, ricchissimo ecosistema.
Il magico incontro con le balene
Ma la stella di questi mari, è senza dubbio la balena grigia. A fine settembre o all’inizio di ottobre, questi grandi mammiferi iniziano la loro migrazione, lasciando la gelida Alaska per arrivare in queste acque calde intorno ai primi di gennaio. Qui danno inizio ai rituali di corteggiamento e mettono al mondo i piccoli concepiti l’anno precedente. Durante la migrazione più lunga che si conosca, non si fermano mai, viaggiando per 16.000 chilometri, notte e giorno, fino a raggiungere le coste della Bassa California. Quasi consapevoli che qui l’uomo non rappresenta un pericolo, si avvicinano amichevolmente alle barche che trasportano piccoli gruppi di turisti curiosi, i quali si sciolgono in lacrime di commozione quando questi giganti marini mostrano di apprezzare con sbuffi d’acqua i grattini sulla groppa e sul muso e piantano uno dei loro grandi occhi primitivi, misteriosamente pieni di simpatia e comprensione, negli emozionati occhi umani.
Dal primo contatto gentile tra una balena e un essere umano, avvenuto nel lontano 1957, il governo messicano ha promosso una lungimirante campagna per la protezione e la conservazione dell’habitat marino e terrestre di questi mammiferi, così importante per la loro alimentazione e riproduzione. Tramite il Ministero dell’Ambiente e delle Risorse Naturali ha promulgato leggi e stabilito regolamenti precisi per l’osservazione delle balene, concedendo permessi per l’avvistamento solo ad un ristretto numero di piccole imbarcazioni, determinando la distanza e la velocità da mantenere durante l’avvicinamento, proibendo l’utilizzo di sonar e sonde per individuarne la presenza, la pesca e qualsiasi attività acquatica e aerea sull’area protetta, per evitare qualsiasi disturbo durante l’accoppiamento o il parto.
Turismo si ma anche rispetto !
Questa politica, che ha dato i suoi frutti anche in termini di entrate economiche promuovendo l’attività turistica, ha portato al successo nella conservazione della specie e quest’anno la Commissione Nazionale delle Aree Naturali Protette che ha effettuato il censimento delle balene grigie, ha festeggiato la nascita di 14 balenotteri e, più in generale, tra laguna Ojo de Liebre e laguna di S. Iñacio, ha rilevato la presenza di ben 830 cetacei, di cui 268 piccoli e 562 femmine adulte.
Le balene grigie sono infatti solo una specie tra quelle che annualmente migrano nelle acque sudcaliforniane. Un paio di mesi prima, a novembre, arrivano anche le Megattere, le più grandi cantanti, sia pure senza corde vocali, dell’Oceano. Provengono dalla Colombia Britannica, dallo Stato di Washington e dalla California del Nord. Insieme alle balene azzurre ed altri cetacei, sono avvistabili muovendosi in barca dalle diverse località costiere della Bassa California a largo delle quali stazionano per alcuni mesi dell’anno.
Altri brividi, e non solo di emozione, riserva l’avvistamento dei capodogli, degli squali balena ma soprattutto degli squali, nel parco marino di maggior successo dell’emisfero occidentale: Cabo Pulmo. Il parco ospita ben 6.000 specie marine che vivono lungo la più grande barriera corallina del Nord America. Luogo imperdibile per chiunque ami il mare, suscita la meraviglia degli appassionati del diving e dello snorkeling per i vorticosi banchi di pesci di tutte le forme e dimensioni, le mobule, le tartarughe marine e persino i minuscoli, bizzarri e coloratissimi nudibranchi.
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Baja California Travel Team