La balena grigia della Bassa California (Eschrichtius robustus) è un mammifero dell’ordine dei cetacei. Le balene grigie sono parenti dei delfini e delle focene e, come tutti i membri di quest’ordine, usano l’ecolocalizzazione (o biosonar) per comunicare e navigare.
Un esemplare adulto di solito raggiunge una lunghezza di 14 metri e può pesare fino a 30 – 40 tonnellate. La balena grigia appartiene al gruppo noto come balene baleen che comprende anche la balena blu, la megattera e la balena destra.
Per nutrirsi usano i fanoni, strutture specializzate simili a un pettine composte di cheratina, attaccate alle loro mascelle per filtrare piccoli organismi marini che raccolgono in grandi bocconi dal fondo dell’oceano. Le pieghe laterali consentono alla bocca di gonfiarsi mentre la riempiono di acqua e poi grazie ad una potente muscolatura spruzzano l’acqua attraverso lo sfiatatoio, la grande narice che hanno sul capo, intrappolando le particelle di cibo all’interno della bocca.
Ciclo di vita
Le balene grigie trascorrono le loro estati (da luglio a settembre) nelle fredde e nutrienti acque dell’Artico, nel Nord del Pacifico. Con l’avvicinarsi dell’inverno, iniziano un viaggio che costituisce la più lunga migrazione conosciuta di un mammifero.
Completano il viaggio in poco meno di due mesi, nuotando senza sosta per più di 10.000 chilometri fino alle lagune costiere della penisola della Bassa California. A dicembre, una volta arrivate in laguna, iniziano il corteggiamento e l’accoppiamento, mentre le femmine gravide dall’anno precedente, danno alla luce i loro piccoli. I neonati sono lunghi circa 4 metri e possono pesare fino a 600 kg, ma possono prendere anche 40 kg al giorno grazie al latte delle loro mamme, ricco di grassi.
Ci sono diverse ragioni per cui le lagune della Bassa California sono il luogo ideale per questo meraviglioso evento naturale: sono circondate dalle calde terre del deserto e, grazie al sole e all’aria secca, l’acqua evapora velocemente dalla superficie aumentando così la salinità e di conseguenza la forza di galleggiamento. Questa è una caratteristica importante per i nuovi nati perché la maggiore facilità a galleggiare li aiuta ad imparare presto a nuotare e le loro mamme, finalmente, posso rilassarsi dopo il lungo viaggio. Le lagune poco profonde offrono anche protezione dalle orche, i loro principali predatori, e sono anche relativamente poco frequentate dall’uomo.
Tra febbraio e marzo i maschi si dirigono nuovamente verso Nord con un’andatura più distesa, mentre le femmine ed i piccoli indugiano nelle lagune fino ad aprile, quando rientrano anch’essi nei freddi mari artici. Le madri e i loro piccoli viaggeranno in mezzo alle altre femmine, per farsi compagnia e per proteggersi dalle orche. Quando i piccoli iniziano la loro prima migrazione, possono aver raggiunto una lunghezza di 6 metri.
Una lunga storia: dal massacro alle politiche di protezione della balena grigia
Nell’Oceano Pacifico esistono due popolazioni distinte di balene grigie: quelle del Pacifico Nord-Occidentale, il cui percorso migratorio va dall’Artico in estate al Mar Cinese Meridionale in inverno, e che purtroppo sono ancora in grave pericolo, e quelle del Pacifico Nord-Orientale, che appartiene alla più fortunata comunità delle balene grigie della California, che oggi fortunatamente sono al sicuro.
Ma non è stato sempre così.
La caccia alle balene grigie
Massacrate fino quasi all’estinzione, per la loro carne e per il loro grasso, utilizzato principalmente come fonte di carburante, le balene grigie furono disprezzate per molto tempo. Addirittura, venne dato loro l’appellativo di diavoli, per la tendenza a scontrarsi e ad affondare le baleniere quando venivano attaccate o quando i loro piccoli erano in pericolo.
Nel 1857 il cacciatore di balene Charles Scammon, ne sorprese numerosi esemplari in una laguna a Nord della Baja California (laguna Ojo de liebre o Scammon Lagoon). Il massacro che ne seguì nei 12 anni successivi, decimò la popolazione (si stima che gli esemplari si ridussero da 30.000 a soli 2.000), fino a quando la caccia in queste lagune diventò poco remunerativa.
Balene amiche
È stato un pescatore di San Ignacio, José Francisco Mayoral detto Pachico, colui che per primo avvicinò amichevolmente una balena grigia, nel 1972. Tornato a San Ignacio, raccontò entusiasta come le balene grigie sembrassero salutarlo, ma naturalmente nessuno gli credette. Però le storie in Bassa California viaggiano veloci e di lì a poco altri pescatori ebbero esperienze analoghe e raccontarono di esemplari di balene grigie che giocavano con loro strofinandosi sulle barche e sui gommoni.
Verso il 1980, spinti dalla curiosità, diversi scienziati iniziarono a recarsi in quella laguna. Le balene che si avvicinavano alle barche, mostrando un apparente desiderio di contatto umano, divennero presto note come amichevoli.
Oggi non è insolito per una balena spingere fisicamente il suo balenottero verso una barchetta di esseri umani strepitanti per l’emozione, desiderosi di accarezzarli, se non addirittura di baciarli. Le balene grigie, come gli esseri umani, sono piuttosto curiose e la cosa più incredibile è che a volte i ruoli sembrano ribaltarsi, perché ognuno si sente allo stesso tempo osservatore e osservato.
I piccoli balenotteri di solito dedicano un po’ di tempo a capire la situazione, gironzolano intorno alla barca e poi emergono dall’acqua rivolgendo a noi umani il loro enorme occhio di creatura superiore, lasciandoci attoniti, increduli e commossi. Allungare una mano e toccare quel gommoso mammifero del mare è un’esperienza magica, difficilmente descrivibile a parole e indimenticabile.
I Santuari delle balene grigie
Nel 1972 il governo messicano dichiarò le lagune “Santuari delle balene”. Nel 1988 fu creata la Riserva della Biosfera di Vizcaíno, la più grande area protetta messicana, che include questi sistemi lagunari. Negli ultimi 20 anni, oltre 12.000 piccoli di balena grigia sono stati dati alla luce nelle lagune della Bassa California e durante la stagione 2014-2015 sono stati avvistati ben 2.652 esemplari di balena grigia.
Per evitare ogni elemento di disturbo, il governo messicano rilascia permessi speciali solo alle imprese di ecoturismo che durante i mesi invernali offrono tour per l’avvistamento delle balene. Al fine di proteggere le balene grigie al loro arrivo e ridurre ogni interferenza, l’accesso alle lagune non è concesso fino al 15 ° gennaio di ogni anno.
Questo dà alle balene grigie il tempo di accoppiarsi e dare alla luce i piccoli, evitando ogni tipo di potenziale incidente con gli esseri umani. Il numero delle barche e delle imbarcazioni da diporto autorizzate all’accesso viene limitato in maniera stringente, la navigazione viene delimitata in specifiche aree di osservazione e il comportamento degli operatori regolamentato accuratamente.
Un nuovo pericolo
A nord di Guerrero negro esiste la più grande salina del mondo che oggi è di proprietà della Mitsubishi, la multinazionale giapponese.
Nel 1994, l’ESSA (azienda proprietaria della salina) propose di costruire una nuova salina sulla costa di Laguna San Ignacio. Un progetto persino più grande di quello di Guerrero Negro, che prevedeva 16 pompe diesel per rimuovere l’acqua dalla laguna, un molo lungo un miglio proteso nel Pacifico per caricare il sale direttamente sulle navi da trasporto e miglia e miglia di dighe e condutture che avrebbero dovuto attraversare il deserto e la Riserva della Biosfera.
Fortunatamente le comunità potenzialmente più colpite dal progetto lo hanno respinto con forza, affermando che la presenza delle pompe e dei macchinari nelle saline di Guerrero Negro avrebbe avuto un effetto dannoso non solo sulle balene grigie, ma anche su altre forme di vita che attraversano quelle acque incontaminate, mettendo a repentaglio il loro sostentamento.
Ne è seguita una battaglia lunga sei anni, principalmente contro la Mitsubishi, ma le petizioni al governo restavano inascoltate e così la popolazione locale ha chiesto aiuto ad un certo numero di organizzazioni ambientaliste messicane e internazionali.
Save the Whales
Gli ambientalisti, a quel punto, hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione internazionale che includeva la scrittura di lettere, un boicottaggio dei prodotti Mitsubishi e una campagna mediatica intitolata “Save the Whales” con la partecipazione di celebrità internazionali che sono arrivate sulla laguna per la campagna per salvare le balene grigie.
Nel 2000, al culmine del conflitto, il presidente Ernesto Zedillo si recò in laguna con la sua famiglia per capire meglio cosa stesse scatenando tutto quel tumulto e per incontrare le ormai famose balene grigie della Bassa California. Pochi minuti dopo essere arrivato nell’area di osservazione, un piccolo di balena si avvicinò alla loro barca; chinandosi sul fianco della barca, la moglie di Zedillo piantò un bacio sul naso del balenottero e scoppiò immediatamente in lacrime.
In quel momento probabilmente Zedillo, che non aveva mai risposto agli appelli della comunità, si sentì con le spalle al muro. Appena cinque giorni dopo, tornato nella capitale, indisse una conferenza stampa per annunciare che il progetto delle saline era morto e che, come patrimonio nazionale, la laguna sarebbe stata protetta dallo sviluppo e quindi da progetti invasivi come quelli dell’ESSA.
La decisione offrì a Zedillo l’occasione per salvare la faccia (e chissà, probabilmente anche il suo matrimonio), perché sarebbe stato inaccettabile che proprio lui, 100% messicano di nascita come le balene grigie della Bassa California, mettesse in pericolo il patrimonio naturalistico nazionale.
Nel 2005, cinque ONG hanno costituito la LSI Conservation Alliance. Grazie alle donazioni, l’Alleanza è stata in grado di mettere al sicuro diversi chilometri di costa nella parte meridionale della laguna.
Nel 2006, il governo messicano ha decretato la protezione di 65.500 acri di terra federale lungo la costa occidentale. Attualmente l’Alleanza sta cercando di raccogliere fondi per proteggere ulteriori 174.000 acri appartenenti a Ejido Emiliano Zapata sulla costa Nord della laguna.
L’obiettivo finale è quello di proteggere stabilmente tutto il territorio del litorale lagunare per le future generazioni di messicani, vietando lo sviluppo urbano ed industriale ma consentendo comunque progetti sostenibili, a basso impatto ed ecologici.